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      (1747) Egli fu allora privato d'ogni comando; ed essendo poi stato trasferito al governo delle Fiandre, venne colà egualmente in esecrazione, così che, non ostante la protezione della corte, dovette esserne rimosso. Questo ministro era attaccatissimo agl'interessi dell'augusta padrona, ma avea la sfortuna di rendersi ovunque sommamente odioso, e parea nato a posta per far sorgere de' tumulti1107. Per l'esito della guerra in Italia, era il gabinetto austriaco pressato da due opposte cure: avrebbe voluto trarre pronta vendetta dello smacco di Genova, che offendeva l'onor delle sue armi, non meno per le cause che negli effetti; e l'incalzava la brama di portare il flagello della guerra nel paese del nemico. Fece dar opera all'uno e all'altro divisamento, e nessuno gli riuscì. Furono senza buon esito i campeggiamenti nella Provenza, per la novità dei luoghi, per la difficoltà de' viveri, per le scarse forze; e mancò del pari l'impresa di Genova, per essere stata condotta senz'unità di piano, fra la rivalità delle corti e la gelosia de' comandanti. Né i Francesi e gli Spagnuoli si distinsero con alcun fatto memorabile, se si eccettua il funesto capriccio del maresciallo di Bellisle di aver voluto far superare a forza i trinceramenti del Colle dell'Assietta, tra Exilles e Fenestrelle, difesi valorosamente dagli Austro-Sardi sotto gli ordini de' conti di Colloredo e di Bricherasco, senz'altro esito che di avere sagrificato infruttuosamente cinquemila francesi, e insieme con essi il proprio fratello.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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