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      Fu essa sottoscritta in Acquisgrana dai ministri plenipotenziari delle varie potenze, e il 23 ottobre il fu dal conte di Kaunitz per l'imperatrice regina, la quale, per quel trattato, conservò tutti gli Stati ereditari, ad eccezione della Slesia e della contea di Glatz, cedute alla Prussia; ricuperò i Paesi Bassi, ma rinunziò alle conquiste che avea fatte in Italia; cedette i ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, da erigersi in sovranità a favore dell'infante don Filippo, e confermò le cessioni fatte al re di Sardegna. (1749) L'esecuzione di questo trattato, quanto all'Italia, rese necessario un parziale congresso, apertosi nel mese di dicembre in Nizza di Provenza, che tutto sistemò con buon ordine, per cui, nella seguente primavera, eseguite le rispettive cessioni e ripristinazioni, ha potuto anche la nostra Lombardia gustare i beneficii della pace, dietro la quale avea per otto anni inutilmente sospirato. (1752) E per viepiù consolidarla, strinse l'augusta Maria Teresa un trattato di alleanza e di commercio coi re di Spagna e di Sardegna, sottoscritto ad Aranjuez il 27 aprile del 17521110, al quale accedettero in seguito (come era stato loro riservato) il re delle Due Sicilie, il gran duca di Toscana e il duca di Parma. In quello, oltre la reciproca garanzia e difesa di quanto ciascuno possedeva, fu stipulato che, in caso di ostile aggressione, dovessero, due mesi dopo esserne richiesti, accorrere in soccorso della potenza minacciata con un determinato numero di truppe, che non poteva esser minore, per ognuna delle tre principali potenze, di ottomila fanti e quattromila cavalli; quanto al re delle Due Sicilie, di quattromila uomini di fanteria e milleduecento di cavalleria; e di mille uomini a piedi e cinquecento a cavallo per parte dell'infante don Filippo; con facoltà inoltre di dare, invece di soldati, ottomila fiorini d'Impero al mese per ogni mille uomini a piedi, e ventiquattromila per altrettanti a cavallo, da essere rimessi mese per mese ne' banchi di Genova fino al termine della guerra.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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