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      I, p. 158.
      1140 Disposizione di S.M.I.A. l'imperatore Giuseppe II ai capi de' dipartimenti, sul modo di trattare gli affari pubblici; data in dicembre 1783, prima della sua partenza per l'Italia.
     
      Sono già tre anni dacché ho assunto il governo della monarchia, e in questi con non poca fatica, sollecitudine e pazienza ho esposto i miei principii e le mie intenzioni; né mi sono accontentato di ordinare agli altri, ma ho lavorato io stesso per scoprire e bandire i pregiudizi derivati da inveterate consuetudini. Quindi ho cercato d'insinuare a tutti l'amore che nutro per il bene generale dello Stato.
      Ho dato a tutti i capi dei dipartimenti la mia confidenza, e tutta l'autorità sopra i loro subalterni, come pure la scelta dei medesimi. Ho però sempre ricevute le rappresentanze e sentita la verità, che mi è sempre cara, non solo dai presidenti, ma anche dagli altri; e a quest'oggetto sono sempre stato pronto a sentire i loro rapporti e dilucidare i loro dubbi.
      Ma oltre di ciò trovo di mio dovere, per quel vero zelo che in tutte le operazioni ho consacrato al bene dello Stato, di seriamente promuovere l'adempimento di quelle massime e di quegli ordini che non senza mio dolore veggo ancora tanto negletti; dal che ne derivò la necessità di emanare tanti replicati comandi: perché i capi de' dipartimenti eseguiscono così meccanicamente e servilmente le loro incombenze, che ben lontani di aver di mira il bene dello Stato e di farlo intendere a chi conviene, altro non fanno che quel puro necessario, che appena basta per non essere processati e deposti dai loro impieghi.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
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