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      7° Il dovere d'ogni presidente è ch'egli noti tutto l'inutile e superfluo e ne proponga l'abolizione, siccome pure è dovere del subalterno di proporre al suo capo le cose che imbarazzano gli affari, gli allontanano dallo scopo primario, e cagionano scritture inutili con perdita di tempo; affinché si levino tali impedimenti, e non siano inutilmente impiegate le mani di quelli che hanno bisogno del tempo per pensare ad oggetti di maggior importanza.
      8° Siccome il bene non può essere che un solo, cioè quello che forma la felicità generale; siccome tutte le province della monarchia formano un solo tutto e collimano ad un sol fine, così debbono cessare fra le province, le nazioni e i dipartimenti tutte le gelosie e tutti i pregiudizii, che hanno cagionato tante inutili scritture. Deve essere una massima fissa, che il corpo civile è come il naturale, in cui ogni parte deve contribuire alla salute del tutto e il tutto a quella delle parti: non si deve perciò avere riguardo a nazione o a religione, e come tutti fratelli, in una monarchia uno deve aiutar l'altro.
      9° Falsamente si conoscono, e spesso vengono confuse fra di loro le diverse parti dell'amministrazione, e i doveri che ne risultano. Pricipiando dal sovrano, si crede che basti per essere più moderato, ch'egli non riguardi la proprietà dello Stato e dei sudditi come sua propria, e non s'immagini che la Provvidenza abbia creati per lui tanti milioni d'uomini: ma deve altresì pensare che appunto egli stesso per servire questi milioni è stato dalla Provvidenza elevato all'eminente suo posto.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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