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      A che lui disse: "Questo prete è stato in questa terra circa dua anni e guadagna la sua vita col dire messa. E poi che è qui, ha tramutato dieci o dodici case perché si diletta sempre seminare scandoli, in modo che li uomini di questa terra ancora che nel principio lo ritenghino volentieri, come hanno cominciato a conoscere e' suoi costumi, presto se lo lievono da torno. E non è molto li fu fatto da uno uomo da bene un tristo scherzo.
      Chiamasi costui messer Giovanni della Val di Sole, il quale aveva in casa la madre et una sorella d'età d'anni quaranta, rimasta vedova, in sulla dota della quale messer Giovanni, per avere avuto mala sorte, s'era ridotto a vivere. Prete Tommasso cominciò a pigliare pratica seco e s'accordò di tornare in casa sua e pagarli il mese fiorini tre di Reno. E messer Giovanni li consegnò una buona camera et onoravalo quanto poteva. Ma prete Tommasso, non potendo lasciare il suo abito di commettere male et iudicando non potere far nascere scandolo intra la madre et il figliolo, deliberò tentare se tra la sorella et il fratello poteva mettere zizania.
      Et accortosi che messer Giovanni viveva in sulla roba della sorella, propose a quella di volerli dare marito, col dirli che era troppo giovane a star vedova, e che era sì ricca e di tal parentado da trovare ogni gentiluomo, e che quivi consumava la roba sua sanza onore, e che il fratello se la godeva. La donna, che era savia et amava [26v] assai il fratello, poche parole gli rispose. Et avendo deliberato star vedova, gli venne in odio il prete, considerando la sua grande ingratitudine e pessima natura, e riferì tutto al fratello, el quale deliberò vendicarsene.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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