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      Né io presi ammirazione che il Duca facessi dare il veneno al Cardinale, perché si sforzava privare di vita qualunque fussi grato al Papa, ma mi dette che pensare assai che volessi far morire Setta nel quale pareva avessi tutta la sua fede. Et io lo so benissimo che allora ero a Milano seco; né passava mai notte che non stessino insieme a parlare insino appresso al giorno e, come avea a diterminare cosa grave, faceva chiamare il Vescovo. Et avendolo trattato così, si può dire esser vero quello dissi di sopra che lui non amava uomo alcuno e che tutti li servitori et amici ingannava, quando gli veniva a proposito".
     
      Stetti la sera a Lundec, e la mattina poi andai a desinare a una osterietta a piè della montagna di San Niccolò dal lato di qua, dove trovai dua giovanetti da Marano che andavono a Constanzia. L'uno di loro era calzolaro, l'altro non [33r] aveva arte alcuna e dolevasi assai. Et io lo intendevo perché alle volte diceva qualche parola latina e, non avendo io altro che fare, lo domandai donde venissino tante sue querele.
      Risposemi che si lamentava con ragione perché, sendo stato lasciato ricco, era constretto andar quasi mendicando, e che suo padre faceva la principale osteria di Marano, et aveva, tra case possessione e bestiame et altro, tanto che ascendeva alla somma di fiorini dodicimila di Reno o più, e che quando morì lasciò la donna e cinque figli maschi et una femmina, e lui era il maggiore di tutti, e che avevono certi statuti che provedevono che la moglie erediti la metà de' beni del marito, in modo che alla madre rimase più che fiorini seimila di Reno.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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