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      Et, accostatisi al lago, quelli massime che sapevono notare, vi si gittavano drento che arei creduto fussi loro diacciato il sangue a dosso e che fussino subito morti. Ma loro dicono che in quel luogo l'aria comporta così. E perché la sera ero stracco per il caldo e per aver errato [35r] il cammino avevo fatto maggior viaggio, onde li cavalli erono molto affaticati, feci cercare d'una barca che portassi me e li miei la notte a Constanzia, la quale dicevono essere a punto lontana dua miglia tedesche. E trovatola vi montai con li miei cavalli e servitori. E non potetti arrivare, per esser poco vento, prima che a ore cinque di giorno. Fermà'mi un poco alla porta per mandare a cercare d'alloggiamento, ma vi era concorsa tanta moltitudine d'uomini, per esservi lo Imperatore e tenervi la Dieta, che ogni casa era piena. Pure trovai uno araldo, ch'era suto in Italia, el quale in una osteria vicina mi fece alquanto riposare e mi disse che quella città era alli confini de' Svizzeri, e' quali avevon fatto ogni opera per ridurla alla loro volontà e mai avevon possuto, e che signore ancora nel temporale arebbe a essere il Vescovo, ma che li cittadini s'avevono usurpato il governo et avevono ordinato una repubblica.
      Ha la città da una parte il lago, che da essa piglia il nome e si domanda il lago di Constanzia e quivi si riduce nel fiume del Reno. E vi è un bel ponte di legno che passa il principio di detto fiume. È città famosa pel Concilio che vi si congregò l'anno 1417, nel quale fu eletto papa Martino.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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