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      Lo imbasciadore, fatto buono animo, prese l'arme sua e si ritirò in una altra stanza, dicendo non li avere tolta la figlia, ma che il tedesco l'aveva menata via da sé. Lui pure instava di rivolerla et allegava certe conietture e concludeva che non era per lasciarlo uscire di quella stanza, se la figlia non tornava. E' servitori suoi, che ne aveva quattro, impauriti, vedendo il loro patrone in tanto pericolo dettono notizia del caso all'Imperatore. [39r] El quale mandò alla casa uno delli suoi che intese la verità dallo imbasciadore e praticò di contentare il calzolaro con danari, e concordò in fiorini dugento, e' quali bisognò che lo imbasciadore pagassi subito. E gli parve aver buon mercato a uscire di tanto pericolo con danari. E la mattina sequente si partì per seguire la fanciulla e, giunto a Chent non trovò né lei né il famiglio, ma intese ch'erono a Sangallo e che il famiglio diceva che Illa era sua moglie. Ebbe pazienzia il meglio potette, e fece sanza danari e sanza la fanciulla, et il famiglio attese con essa a godere.
      Così con poche faccende e con queste novelle passai il tempo in Constanzia. Et alli dieci d'agosto, sendo qualche dì avanti dissoluta la Dieta e licenziati e' principi, parve a Massimiliano partirsi. E perché voleva ire cacciando per luoghi aspri e salvatichi, non volle dalli imbasciadori esser seguito, ma ordinò andassino a Iberling e quivi stessino tanto che significassi loro dove l'avessino a trovare.
     
     
      LIBRO TERZIO
     
      Quando il duca Lodovico Sforza nel 1499 ritornò in Milano, donde era, pochi mesi avanti, suto cacciato da Lodovico re di Francia, sendo molto essausto di pecunie et avendo bisogno d'assai per mantenere quello stato, in tutti li modi poteva s'ingegnava congregarne domandandone a più principi e comunità, et in presto et in dono.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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