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      E, trovato molte erbe calde, delle quali aveva già sentito parlare al medico, et altre cose aromatiche e fattone una composizione tanto calda che era come veneno, alla donna la dette e li disse la mescolassi in buona quantità ne' cibi del medico, e che stessi sicura che intra dua giorni seguirebbe l'effetto desiderato.
      La donna non prima tal composizione ebbe che la sera nella cena del medico con uova la mescolò. El quale, avendo mangiato il cibo, sentì grandissimo caldo e, continuo crescendo, gli eccitò una ardente febre et intensa, la quale in ventiquattro ore lo condusse a morte. La servente, che sempre gli stava intorno et aveva veduto la patrona prima a secreto con Andrea e dipoi in cucina diligentemente ordinare la vivanda, a' nipoti del medico tale conietture referì, e' quali feciono ritenere Andrea alla iustizia et essaminare sopra questo caso. El quale confessò, sanza tormento, a punto come fussi successo. E però fu presa ancora la donna, [43r] benché fussi di buono parentado nel castello, e monstrando a altri medici di che erbe fussi la composizione sopradetta, fu iudicato essere pestifero veneno. E, se bene da Andrea e dalla donna non era ordinata a mal fine, per dare essemplo furono condannati a morire, et in pubblico decapitati.
      Increbbemi veramente della povera donna, la quale, non per altro se non per casto amore del suo marito mossa, era incorsa in tal miseria.
     
      In questo luogo, come ho detto, erano adunati tutti li oratori che seguivono lo Imperatore e molti altri italiani e spagnuoli.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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