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      E, come è costume de' Tedeschi, quelli monaci ci dettono bere di più sorte vini che, ancor là come qua, questi conventi di Certosa stanno molto ben forniti delle cose da vivere. La sera ce ne tornammo all'osteria; et io con l'oste, ch'era buon compagno, parlavo dove ero stato il giorno e di questo convento.
      Lui mi disse: "Io voglio che tu sappi che tal convento sono manco di venti anni fu edificato; et il modo ti dirò. Era in questa terra un ricco mercante, detto Arnaldo Spiner, el quale nelle sue faccende era suto fortunato e prudente, in modo s'era ridotto qui con grossa [47r] somma di danari. Non aveva donna né figli et, essendo d'età d'anni settanta, non era per torne; aveva dua nipoti e' quali amava grandemente, e si credeva che loro avessi a lasciare eredi.
      In quel luogo dove è al presente la Certosa, era una piccola chiesa dove stava un prete molto astuto, ma aveva poca entrata. E, venendo spesso nella terra et inteso per fama la ricchezza d'Arnaldo, cominciò a esserli intorno e con parole e con qualche piccolo dono. Et in brieve tempo contrasse tanta familiarità con lui che il vecchio andava spesso alla chiesa sua e vi stava dua o tre giorni; et il prete non mancava di cosa alcuna da potere tenere uno uomo ben contento. Nondimeno con tutte queste arti poco ne traeva, perché Arnaldo amava tanto e' nipoti, che ogni cosa che dava a altri li pareva tôrre a loro.
      E pensando il prete il modo da potere diventare signore della roba d'Arnaldo dopo la morte sua e cognoscendolo tanto inclinato e' nipoti, che con parole non vedeva ordine di tirarlo al disegno suo, deliberò vedere se poteva ingannarlo con colore di religione.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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