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      E furono presi in quella caccia più che venticinque cervi e' quali, perseguitati da' cani, né potendo fuggire al monte per timore delli uomini che v'erano, si gittavono nel fiume; e lo Imperatore coll'arco gli saettava e poi mandava uomini con uno navicello a pigliarli; e quasi mai traeva saetta in fallo. E volle fare uno esperimento che li riuscì, che a un cervo, che avea le corna sì piccole che poco apparivono, trasse in maniera dua saette, che le fece uscire pel capo e tanto a punto che parevono le corna d'esso cervo. [54v] Fece ancora il giorno cacciare a' gems, le quale in lingua italiana chiamiamo camozze, in latino dorcas.
      Abita questo animale ne' monti più aspri e dirupati che si truovino, perché in tali luoghi non li pare potere essere offeso, e massime dalli uomini. Pure vi sono uomini che vanno con certi ingegni per quelli monti e rupe, che è iudicato cosa impossibile. La camozza li aspetta in tali luoghi; e bisogna che loro sieno molto accorti perché con le corna gli ferisce e spesso gli fa ruinare giù per l'altezza de' monti, e si truovano a basso in pezzi. Et il giorno ne viddi l'esperienza perché in quello monte fu levata da' cani una d'esse, la quale si ritirò alto agli scogli e rupe, in luogo che cani non vi potevono salire. Uno uomo, uso a tale essercizio, con certi ferri a' piedi et una lancia lunga in mano, andò a essa; e già l'aveva presa per le corna, ma tanto s'avvilupporno insieme, che caddono giù pel monte: l'uomo si fracassò in tutto e la camozza, giunta sana al piano, da' cani fu presa.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





Imperatore Fece