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      E volendosi partire, tirò la corda, e l'uscio fece romore; e lei ebbe causa di levarsi per vedere che cosa fussi. E, tolto piano li panni suoi, andò dalla Ferretta e li disse ch'era tempo. La quale malvolentieri dal suo amante si partì, perché li parve che la trattassi altrimenti che Nicodemo. Pure, per non dare ombra, a lato al marito n'andò e per monstrare non essere stata con altri, gli fece più carezze non soleva, onde lui disse: "Donna, e' bisognerebbe che io fussi più giovane a contentarti! ora mi ti lievi da canto per il romore sentisti e di nuovo torni a darmi fastidio". La Ferretta in su queste parole stette sopra di sé, pensando quello volessi dire il marito; e li venne in fantasia quello era seguito a punto ma, trovandosi incolpata, non volle rimescolare questa materia.
      L'Angiola, tornata in camera e trovato Vulgan solo né li parendo che Nicodemo fussi riuscito secondo pensava, a lato a lui se n'entrò e, trovandolo giovane, fresco e gagliardo, pensava un modo da poterlo ritrarre dall'amore della Ferretta e porlo a sé. E li venne per la mente questo che, stata alquanto nel letto, monstrandosi molto afflitta disse: "Vulgan mio, noi altre donne siamo tutte fragile e meritiamo escusazione perché così ci ha creato la natura. Tu puoi avere veduto quanto io abbi favorito l'amor tuo con la Ferretta e si può dire che io sia stata causa del peccato seguito tra voi. E questo ho fatto non tanto per lo amore [56v] portavo a te, quanto per potere giacere con il marito della Ferretta, ora che Andrea mio era a Sboz.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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