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      Il primo, e che è creduto dalli più, fu che papa Alessandro, avendo bisogno di danari, pensò di dare il veleno a tre cardinali ricchi et ordinò che il cardinale Adriano lo invitassi una sera alla sua vigna, dove fece ancora chiamare quelli cardinali a' quali voleva dare il veneno e delli altri per levare il sospetto. E del modo del veneno dette la cura al duca Valentino, il quale fece tôrre dua fiaschi d'ottimo vino et in essi messe il veneno. E mandò detti fiaschi per un suo servitore alla vigna, dove avevono a cenare, con ordine fussino messi in fresco. Et era rimasto col suo credenziere a chi avessi a mettere di detto vino; né s'accorse il Valentino di conferire al Papa quello aveva ordinato. Occorse che il Papa giunse alla vigna avanti al Valentino et, avendo sete, gli fu dato bere del vino di quelli fiaschi. Et a pena aveva finito [61r] di bere che il Duca arrivò et ancor lui assaggiò un poco del medesimo vino et, accortosene, subito conobbe che il Papa n'aveva beuto assai e che non vi era rimedio. Et il convito fu tutto conturbato e per la sera non si cenò altrimenti, perché il Papa subito ammalò et in quattro giorni morì. Et al Duca ancora venne male, ma perché era giovane et aveva beuto poco, ebbe grande infermità, pure se ne liberò.
      Altri dicono che il cardinale Borgia, nipote di papa Alessandro, il quale morì a Urbino, aveva un fratello, chiamato messer Ramirro capitano della guardia del Papa, e pensava che la roba del Cardinale avessi a essere sua. Ma, avendosela presa il Papa, lui ogni giorno con importunità la domandava, onde il Valentino lo cominciò avere in odio e pensò levarselo davanti.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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