Pagina (105/412)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Era in Roma uno scrittore appostolico, cortigiano antico, uomo da bene, ricco e di buon costumi. A costui dispiaceva assai la vita di papa Alessandro e non aveva altro desiderio se non di sopravvivere a lui [62r] e, conoscendolo robusto e di gran complessione, pensò che, se non fussi aiutato morire, era per vivere un tempo. E per vedere se poteva venire a questo suo disegno, prese pratica stretta con uno cameriere del Papa, el quale era spagnuolo ma molto semplice. Et ogni giorno gli donava qualcosa e gli faceva conviti e l'accompagnava per Roma, onde il cameriere pose tanta affezione allo scrittore che non sapeva vivere sanza esso. Et essendo molto forte innamorato d'una vedova milanese e non trovando conrispondenzia in questo amore, lo conferì uno giorno allo scrittore, richiedendolo d'aiuto e di consiglio.
      Lui rispose: "El consiglio che io ti darei, sarebbe che tu ti levassi dalla fantasia questo amore ma, quando tu non possa o non lo voglia fare, credo bene trovare modo di farti conseguire il desiderio tuo. Ma bisogna che quello abbiamo a fare sia secreto perché sarà forse necessario venire a certi incanti che, quando s'intendessi che io li usassi, potrei essere disfatto dal mondo. Però voglio mi dica il nome di questa tua innamorata et il luogo dove sta, et intra quattro giorni ne parleremo altra volta insieme".
      Il cameriere gli disse quello che li domandava e li promisse tenere tutto secreto. Lo scrittore, intesa chi era la donna, l'andò a trovare e [62v] tanto con parole e doni e promesse la seppe persuadere, che essa si dispose in questo amore del cameriere governarsi appunto secondo la volontà dello scrittore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





Roma Alessandro Papa Roma