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      AGNESE Serva, ALONSO famiglio, TOSO cuoco.
     
      Agnese: Tu se' venuto a una bella ora! Che avevo pensato, avanti che le patrone tornassino, ci dessimo un poco di piacere insieme, ma è sì tardi ch'el tempo nol patisce.
      Di' [73v] a Ferrando che qui non è comparso vino e che madonna vuole del corso, e così non ci sono legne né frutte d'alcuna sorte.
      Alonso: Anima mia, a me per al presente basta baciarti! Questa notte poi dormiremo insieme a dispetto de' padroni! El vino corso sarà qui adesso; legna non crederrei già trovare di presente, ma torremo de' pali delle vite che sono nell'orto; frutte non sono di questo tempo se non mele, e di queste avete in casa voi, e massime la patrona vecchia! E la giovane ancora non dà delle sua malvolentieri.
      Agnese: Deh, lasciamo andare il motteggiare! Provedi che il vino ci sia presto. Et io voglio andare insino in cucina a vedere come questo cuoco s'adatta, che mi pare, a vederlo, un cuoco ordinario da frati. Vedi che m'è riuscito, che ha già messo a fuoco lo arrosto e non sa che quello vuole esser cotto presto e con gran fuoco. Chi t'ha insegnato?
      Toso: Se io avessi imparato non farei il cuoco.
      Agnese: Oh, non hai tu imparato a cuocere?
      Toso: Tu hai imparato meglio di me che, non che altro, sai cuocere te medesima. E mi pari più cotta che non sarà alla cena questo capretto!
      Agnese: Tu mi di' villania e non sai che io sono sopra tutta la casa.
      Toso: Se fussi sopra alla casa saresti in sul tetto, e tu se' in cucina. Attendi alle faccende tue e lascia fare l'arte mia a me.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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