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      Andai da essa e la domandai se conosceva questo mio fratello e li dissi di sua qualità e statura; e lei mi affermò che lui stava [83r] col cardinale Cornaro. Ma, sendo l'ora tarda et io poco pratico per Roma, mi stetti con lei; e questa mattina levato, subito ne venni a casa Cornaro. Domando di Ferrando. Sono menato alla sua camera e mi disse un suo famiglio che era partito poco fa per ire a casa madonna Paulina che stava vicina e disegnavami un luogo che mi par questo . . .
      Ho battuto la porta e non risponde alcuno. Batterò di nuovo.
     
     
     
      FERRANDO, DIEGO, PAULINA, CONSTANZIA, LANCILLOTTO, PIETRO, ULRICO, GASPAR.
     
      Ferrando: (Per mia fe' che nel farmi alla finestra ho visto quello che batte che mi pare mio fratello Diego! Voglio correre alla porta... È esso certo...) O fratel mio! o refugio mio! o consolazione mia! Come se' così qui?
      Diego: Sonci solo per vederti e t'ho cerco più mesi fuor di Roma et in Roma molti giorni; e la cagione è perché ti vorrei condurre al paese.
      Ferrando: Tu sia il ben venuto! Ma di condurmi al paese non parlare, che siete tanti che la roba che abbiamo non vi basta. Io voglio stare qua a seguire mia fortuna la quale, insino a qui, non ho avuta molto prospera.
      Diego: È necessario che tu facci pensiero a ogni modo tornare perché, di tanti fratelli, sono rimasto io che sono vecchio, come vedi, e non atto a avere figliuoli e tu e però bisogna sia quello che rilievi la casa nostra.
      Ferrando: O come è possibile che sieno morti tutti nostri fratelli?
      Diego: Così è. E nessuno ha lasciato figli.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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