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      Non sarà alcuno che nieghi che Pompeo Magno non fusse tenuto uomo prestantissimo in pace et in guerra. Nondimeno, chi leggerà l'Epistole di Tulio ad Attico, vedrà, quando cominciò la guerra civile con Cesare, quanto Tulio lo indicava essere allora alieno da quello uomo che era già stato, il quale, non volendo ascoltare condizione alcuna di pace, non ordinava la guerra, non provedeva i danari, non genti, anzi era irresoluto e quasi attonito, sì come il successo di esso finalmente dichiarò. Io credo che chi ha a scrivere il vero, debbi lodare o biasimare le azioni di uno principe, secondo quelle meritono laude. Et io ho commendato le azioni di Clemente, quando, a iudicio mio, sono state commendabili e così le ho dannate, quando sono state dannabili. E chi queste essaminerà sottilmente e sanza passione, lo arà in gran parte escusato di molte cose delle quali comunemente è vilipeso.
      Potrei avere descritto più distintamente l'ordine delle battaglie, notato il numero delli uomini morti in esse, i nomi propri de' luoghi dove siano suti li conflitti, l'orazioni fatte da' capitani alli soldati, ma, come ho detto, il proposito mio non è suto di scrivere intera istoria, né ancora sono sì arrogante che, quando volessi pigliare tale provincia, mi persuadessi di posserla perfettamente assolvere.
      Leggi, adunque, questo summario di quindici anni, e, quando ti satisfacci, serbalo, facendolo comune a chi ti pare, quando no, lo potrai supprimere da poi che lo arai letto. E così non arò preso indarno questa fatica, perciò che, sì come è vero, così ancora è costante fama a presso delli boni autori, che la istoria, in qualunque modo scritta, sempre diletti.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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