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      Et il re Enrico dette al re Luigi, vecchio et infermo, Maria sua sorella, giovane e bella. E come fu detto allora, Luigi trasse d'Inghilterra una achinea che caminò sì forte, che in pochi mesi lo portò fuor del mondo.
     
     
      1514
     
      Lo avere permesso il Papa che li Fiorentini offendessino i Lucchesi e la stanza di Giuliano suo fratello in Roma, con avere lasciato il governo di Firenze, dette sospetto a tutti principi, grandi e piccoli, che avevono che fare in Italia, perché il re Ferrando dicea: "Poiché Giuliano ha lasciato lo stato di Firenze, che è sì bella cosa, bisogna che abbi fantasia a cose maggiori, che non può essere altro che il Regno di Napoli".
      Il duca di Milano, di Ferrara, di Urbino dicevono il medesimo. I Sanesi discorrevono: "Se il Papa lascia offendere a' Fiorentini i Lucchesi, che hanno la città forte, ben munita e d'accordo, tanto più lascerà offendere noi che abbiamo la città debole, poco provvista e desunita".
      Il duca di Ferrara, oltre a questo dubio, era malissimo satisfatto del Papa perché nel principio del pontificato era venuto a Roma et era suto veduto volentieri et accarezzato dal Papa. E si era partito pieno di bona speranza e con promissione che li sarebbe restituito Reggio e fattolo favore con lo Imperatore che riavessi Modona. Et aveva visto il Papa poi non solo non li rendere Reggio, ma comperare Modona dallo Imperatore o pigliarla in pegno per ducati quarantaquattromila.
      Ma il duca di Urbino, Giovampaulo Baglioni e Borghese Petrucci, primo cittadino a Siena, mossi dalla sospezione e come più deboli, feciono lega insieme, contr'a' quali il Papa prese grandissima alterazione e fu del continuo poi inimico loro.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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