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      E certi franzesi a cavallo, con trattato di quelli del castello, furono condotti in detto luogo e trovorono Prospero a desinare e presono lui e tutti li suoi, sanza trarre fuora spada.
      Questa presa dette animo grande a' Franzesi e, per il contrario, invilì i collegati e ciascuno di essi, in particolare, cominciò a pensare a' casi suoi. Lorenzo, locotenente del Papa, venne avanti a maggior giornate possette e li Fiorentini mandorono con lui commissario Francesco Vittori. E la massa delle genti del Papa si congregò a Piacenzia, dove si trovorono, tra il Papa e Fiorentini, circa seimila fanti et ottocento uomini d'arme.
      Il Viceré condusse ancora lui il suo essercito a Piacenzia di quattrocento uomini d'arme e quattromila fanti e fece lo alloggiamento in sul Po, lungi uno miglio dalla terra dove Goro Gheri, pistoiese, governatore di Piacenzia, aveva fatto fare uno ponte in sul Po perché li esserciti potessino passare in qua e in là, secondo il bisogno.
      Francesco, poi che fu sceso nel piano di Lombardia et ebbe preso Prospero, fece tentare i Svizzeri d'accordo perché in fatto i gentiluomini franzesi non arebbono voluto venire a giornata con loro, i quali da molti anni in qua avevono acquistate tante vittorie, che erano reputati invincibili.
      I Svizzeri prestorono orecchi, e massime quella parte ch'era contraria a Sedunense, la quale fu sì gagliarda che minacciò di amazzarlo e lui, impaurito, se ne fuggì a Piacenzia. Ma praticandosi poi tra Franzesi e Svizzeri il modo della composizione et essendo quasi fermo, per poca cosa si ruppe.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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