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      E perché lui stava ammirato di sì subita mutazione, il Viceré li fece intendere che avea fatto questo perché avea inteso che li Franzesi il dì davanti avevono preso Lodi e che, se loro andavano inanzi per ripigliarlo, i Franzesi erano tanto superiori di forze, che, quando li assaltassino, non vi era remedio a non essere rotti, e che li Svizzeri di Milano non sarebbono a tempo soccorrerli, per essere a piedi e discosto, e che alloggiare di là da Po non era sicuro perché, se si levasse voce che li Franzesi venissino avanti per assalirli, lo essercito loro entrerebbe in tanto timore e confusione, che, avendosi a ritirare per uno ponte solo, da sé medesimo si disordinerebbe e metterebbe in rotta, ma che il modo di vincere la guerra era che li Svizzeri venissino verso Piacenzia e si fermassino in su la ripa di là da Po, e subito le genti del Papa e spagnuole passassino et uniti insieme andassino a trovare l'inimici, e sarebbono sufficienti a combattere e vincere.
      Né si dovea dubitare che li Franzesi andassino a trovare i Svizzeri perché loro possono fare cammino riparato assai da fosse, delle quali la Lombardia è piena, e dove li cavalli non si potrebbono punto essercitare. Oltre a questo si conosceva chiaro che li Franzesi non erano per venire alla giornata co' Svizzeri se non forzati: né ancora si avea a pensare che, quando li Svizzeri pigliassino tale partito, Milano si avesse a perdere, perché vi restava la fortezza bene munita, e che si dovea credere che i Milanesi non avessino a mutinare, insino che non vedevano dove la fortuna inclinava.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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