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      Approvati che furono i capitoli, e messi in gran parte in essecuzione, il Papa ordinò a Lorenzo che andasse a fare reverenzia al Re a Milano. E li Fiorentini vi mandarono Francesco Vittori e Filippo Strozzi, i quali avevano eletto oratori insino quando fu incoronato, ma, rispetto alla guerra, non erano potuti andare. Ebbeno in commissione, insieme con Francesco Pandolfini che era ambasciadore prima a presso al Re, di rallegrarsi che lui fusse venuto al regno e della vittoria ottenuta.
      Fece il Re grande onore e carezze a Lorenzo e, per stabilire una ferma amicizia col Papa, deliberò andarlo a trovare insino a Bologna, dove il Papa si conferì con tutti li cardinali e prelati et officiali di corte: et il Re poi venne con la corte sua, che non fu di più che cinquemila cavalli, computati tra questi quelli che portono carriaggi et altri impedimenti. E mostrò Francesco gran confidenzia in Leone, e Leone in lui; e fu alloggiato in Palazzo et incontrato prima da prelati, poi da vescovi, poi da arcivescovi, poi da due cardinali che vennono insino a Reggio, et in ultimo da tutta la corte. Il Re li dette la obedienzia in Concistorio pubblico et alli 13 di dicembre, che fu il dì di santa Lucia, il Papa cantò solenne messa in Santo Petronio, presente il Re e tutta la corte sua. Et alli 15, Francesco si partì benissimo satisfatto dal Papa e compiaciuto di parole e promesse di quasi tutto quello li domandò, che lo pregò, in tra l'altre cose, che restituisse al duca di Ferrara Reggio e Modona, per posare una volta Italia.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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