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      E la sua dottrina era udita volentieri et aveva molti fautori, non solo in Sassonia, ma in tutta Germania. Lione faceva ogni instanzia che Cesare gastigassi Martino e facessi ogni opera d'estinguere la sua setta; et era da lui pasciuto di buona speranza.
     
      Come Cesare fu partito di Spagna, molte città presono l'arme non contro a lui, ma contro a' governatori, e di quali furono cacciati, e di quali morti. E feciono quelli popoli tra loro intelligenzia e chiamoronla la Santa Giunta. Ma è stata o gran prudenzia o gran fortuna quella di Carlo perché i principi, il più delle volte, quando non fanno le guerre in persona, le sogliono perdere, et a lui non è occorso così, ma sempre che ha commesso ad altri è stato vittorioso.
      Era questa Giunta da temere perché e' popoli, se bene dicono in principio fare contro a' governatori, come hanno battuto i governatori iudicono avere offeso il principe e fanno una aperta rebellione. E' signori di Spagna, benché fussino male contenti del governo de' Fiamminghi, temettono tanto che i popoli non prevalessino contro ai nobili, che s'unirono insieme e feciono una gagliarda difesa contro alla Giunta. Et il costume de' popoli è essere ne' principii feroci, ma presto raffreddarsi e non essere concordi, e però e' principi batterono quando una città e quando un'altra, di qualità che in poco tempo ridussono tutta Ispagna a ubbidienzia di Cesare. E d'accordo si pacificorono e rimessono la pena di quelli ch'erono suti capi di questi tumulti alla deliberazione di Cesare, quando egli venissi in Ispagna.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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