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      Entrate che furono le genti in quella parte di Parma, per molti si credeva che in pochi dì si dovessi pigliare il resto e che fussi una gran parte della vittoria. Ma, o che i capi imperiali trovassino la impresa difficile, o che dubitassino che Lautrec o il duca di Ferrara non venissino a soccorrerla e li trovassino imbarazzati tra le mura, o forse perché avessino sospetto che, se avessino preso Piacenzia e Parma per il Papa, che egli non andassi poi nel resto della guerra più rattenuto e gli bastassi avere conseguito il desiderio suo, ritirorno l'essercito da Parma e si ridussono verso Reggio.
     
      In Firenze, quando Leone prese questa guerra, fu una mala contentezza universale e cominciò a perdervi l'amore e la grazia, sì per essere la città per l'ordinario inclinata a Francia, sì perché in quel tempo e' mercanti fiorentini avevono a riscuotere in Francia, tra dalla Corte e da altri particulari, più che ducati settecentomila, et ancora perché e' corsali provenzali, soldati dal Re, impedivono la navicazione, cosa di molto preiudicio a' Fiorentini et in publico et in privato, perché e' Fiorentini sono amatori della quiete, perché vivono d'industrie et essercizi che fanno bene nella pace. E parve loro che il Papa ne tenessi un poco conto a pigliare partito di tanta importanzia e non ne conferire niente, se non dopo la conclusione della Lega. E se bene e' Fiorentini non intervennono, né con oratori né con mandato, né prestorono [34r] consenso in detta Lega, il Papa, di sua auttorità, promisse che lo seguiterebbono.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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