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      E però, quando in Firenze s'ebbe notizia che lo essercito della Lega era ritirato, li amici de' Medici temerono e li altri tenevono li animi e li orecchi levati a ogni novità.
      Lione, quando intese quello che avevono fatto e' capi imperiali, conobbe tardi avere errato et essere entrato in luogo, che era constretto a fare tutta la spesa di questa guerra. E non si trovando danari, né avendo modo di provederne e sappiendo che in Firenze per il Comune n'era congregata qualche somma, per il poco spendere che aveva procurato il cardinale de' Medici si facessi e per la diligenzia che aveva usato che le pecunie publiche si conservassino, si volse a mandare detto Cardinale in campo, legato e capo principale della guerra, sì perché confidava molto nella prudenzia e virtù sua, sì perché conosceva che egli, per avere onore di questa impresa, era necessitato spendere e' danari che erono conservati in Firenze, e' quali insino allora il Cardinale mai aveva voluto acconsentire si spendessino.
      Egli vi andò contro a sua voglia e contradisse assai, ma non poté disubbidire. E per ingagliardire il campo in su la giunta sua fece calare diecimila Svizzeri e' quali, per essere collegati col re di Francia, dicevono che, secondo e' capitoli avevono con lui, non potevono pigliare uno palmo di terra di quella del Re, ma che tutta quella che il Papa facessi pigliare a altri, potevono e volevono difendere.
     
      Giunto adunque il Legato in campo, che fu del mese d'ottobre 1521, consultò con quelli signori capitani come fussi da procedere.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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