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      E mi è suto affermato da uomo degno di fede che, quando il Turco entrò in Buda, che è la principale terra d'Ungheria, non vi trovò più che quaranta uomini. E si credeva che il Turco volessi seguitare la vittoria e procedere contro all'Austria, provincia più bella e più ricca e più atta a essere vinta, né si vedeva come don Ferrando vi avessi a potere resistere e però non si iudicava che fussi possibile che mandassi fanti in Italia. Nondimeno il Turco stette pochi dì in Ungheria, e per qual causa si fussi non si sa, ma non la volle tenere, e lasciò solo guardati certi migliori castelli in sul Danubio, e de' prigioni, parte ne menò e parte ne amazzò, et a gran giornate si ridusse in Constantinopoli.
      E dove si pensava che dovessi nuocere a Ferrando, li giovò perché una parte di quelli signori d'Ungheria, che restò viva, lo elesse re. E perché il re d'Ungheria morto era ancora re di Boemia, fu eletto ancora re di quello regno, benché in Ungheria abbi di poi avuto qualche dificultà col vaivoda di Transilvania.
      I fanti tedeschi erano già vicini a Italia e, benché il re di Francia e Veniziani pensassino provedere non passassino più oltre, il Re non fu a tempo et i Veniziani non vollono, i quali alli passi stretti facilmente l'arebbono potuto fare, ma fuggirono il tirarsi la guerra in casa. E si conobbe che lo intento loro era levare la guerra di Lombardia e condurla in Toscana. Vennono dunque in Mantovano, [53r] dove il duca d'Urbino e Giovanni de' Medici, con buona banda d'uomini a piè et a cavallo, li seguitorno.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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