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      La occisione non fu molta, perché rari uccidono quelli che non si vogliono difendere, ma la preda fu inestimabile, di danari contanti, di gioie, d'oro et argento lavorato, di vestiti, d'arazzi, paramenti di case, mercantie d'ogni sorte; et oltre a tutte queste cose, le taglie, che montorono tanti danari, che chi lo scrivessi sarebbe tenuto mentitore. Ma chi discorrerà per quanti anni era durato a venirvi del continuo danari di tutta Cristianità, e la maggior parte d'essi vi restava, chi considerrà e' cardinali, e' vescovi, e' prelati, li ufficiali che erono in Roma, chi penserà quanti ricchi mercanti forestieri, quanti Romani, e' quali vendevano tutte le loro entrate care et affittavono le loro case a gran pregi, né pagavano alcuna tassa o gabella, chi si metterà inanzi alli occhi li artigiani, il popolo minuto, le meretrice, iudicherà che mai per tempo alcuno andassi città a sacco, di quelle che s'abbi memoria, donde si dovessi trarre maggior preda. E se bene Roma è stata altre volte presa e messa in preda, non era quella Roma che era a' nostri tempi; et, ancora, il sacco durò tanto tempo, che quello non si trovò ne' primi giorni, fu trovato poi.
      Questo fu uno essemplo che li uomini superbi, avari, omicidi, invidiosi, libidinosi e simulatori, non possono mantenersi lungamente. Et Iddio punisce spesso quelli che hanno questi vizi con li inimici suoi [57v] medesimi, e con li uomini più scelerati di quelli che sono puniti, e' quali, quando gli pare poi tempo, non li manca modo a castigare.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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