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      Et aiutò il re Luigi pigliare il Regno di Napoli e tôrlo a Federigo d'Aragonia. Il quale Luigi, per contentare il re Ferrando di Spagna, partì seco detto Regno, e Cesare pensò che per detta divisione dovessi nascere discordia tra loro et esser facil cosa che esso avessi a succedere in quel Regno.
      Ma, mentre faceva queste cose e pensava a delle maggiori, sopravvenne la morte di papa Alessandro in tempo che lui si trovava malato gravemente, in modo che restò prigione del Papa nuovo e tutto lo stato che aveva preso con fatica, con arte, con inganni e sceleratezze, in pochi giorni mutò signore.
      E veramente chi essaminerà bene la vita di papa Alessandro, la troverrà simile a quelli imperatori romani che facevono ogni cosa per regnare. Lui, per aver danari, vendeva tutti li benefizi; se alcuno prelato moriva in Roma, voleva tutta la sua eredità; se sapeva alcuno che fussi ricco, o di danari o di offizi, s'ingegnava farlo morire: prometteva, accordava e, sotto accordo e fede, pigliava gli uomini et amazzava.
      Della libidine non voglio parlare, perché di lui si dicevono cose tanto infame, che mi è difficile crederle et io malvolentieri dico quello di che facilmente si può mentire, e, come i principi cominciono a essere odiosi, ciascuno accresce, finge et accumula in lui ogni vizio. Basta questo, che papa Alessandro, secondo e' disegni suoi e quanto al mondo, morì felice.
      Fu creato dopo lui Pio III, sanese, uomo vivuto lungamente nella corte romana e, secondo che sono li prelati, di assai buoni costumi, ma pochi giorni stette pontefice.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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