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      Uscito che fu il Gonfaloniere di Palazzo, essendo stato solennemente privato, per soddisfare a' confederati, dai magistrati che avevano l'autorità, fatti chiamare e ragunati insieme ad instanzia dei medesimi, si prese partito di venire a composizione con il Viceré. E però fu mandato subito Pagolo con messer Cosimo de' Pazzi, arcivescovo di Firenze, et Iacopo Salviati oratori a Prato. I quali convennono che i Medici ritornassino in Firenze come privati e potessero, pagandogli, recuperare i loro beni, e che pagassino scudi centoquarantamila al Viceré, de' quali egli doveva far parte agli altri collegati della Lega. Et egli si obbligò a lasciare libero il castello di Prato et uscire con l'esercito del paese de' Fiorentini, i quali entrarono anche nella Lega.
      I motivi che poco dopo il loro ritorno feciono i Medici, i quali non si contentavano di star come privati, furono consigliati e fomentati dai medesimi giovani che avevano convenuto di rimetterli, secondo che da qualcuno è scritto, et ha del verisimile. Ma perché altri dicono che furono i vecchi, che si erano trovati a tempo di Lorenzo de' Medici, e perché io non ci trovo particolarmente nominato Pagolo, non mi ci voglio estendere, ma tutto lascierò risolvere a chi più di me ha pratica in questi negozi racconti. Con la quale potrà anche dire risolutamente se egli fu fra quegli che ebbero la cura dalla Balìa di riordinare il governo.
     
      I Medici conobbono molto bene quant'eglino potevano confidare nella virtù di Pagolo e però l'ebbero sempre mai per consultore in tutti i loro negozi.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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