Pagina (21/92)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E, infatti, sul maggior fervore che si celebrava la fisica cartesiana, il Vico, ricevutosi in Napoli, udillo spesse volte dire dal signor Gregorio Calopreso, gran filosofo renatista, a cui il Vico fu molto caro. Ma, nell'unità delle sue parti, di nulla costa in un sistema la filosofia di Renato, perché alla sua fisica converrebbe una metafisica che stabilisse un solo genere di sostanza corporea, operante, come si è detto, per necessità, come a quella di Epicuro un sol genere di sostanza corporea, operante a caso; siccome in ciò ben conviene Renato con Epicuro, che tutte le infinite varie forme de' corpi sono modificazioni della sostanza corporea, che in sostanza son nulla. Né la sua metafisica fruttò punto alcuna morale comoda alla cristiana religione, perché, non solo non la compongono le poche cose che egli sparsamente ne ha scritto, e 'l trattato delle Passioni più serve alla medicina che alla morale; ma neanche il padre Malebranche vi seppe lavorare sopra un sistema di moral cristiana, ed i Pensieri del Pascale sono pur lumi sparsi. Né dalla sua metafisica esce una logica propia, perché Arnaldo lavora la sua sulla pianta di quella di Aristotile. Né meno serve alla stessa medicina, perché l'uom di Renato dagli anatomici non si ritruova in natura, tanto che, a petto di quella di Renato, più regge in un sistema la filosofia d'Epicuro, che non seppe nulla di mattematica. Per queste ragioni tutte, le quali avvertì il Vico, egli appresso molto godeva con esso seco che quanto con la lezion di Lucrezio si fe' più dalla parte della metafisica platonica, tanto con quella del Regio più vi si confermò.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Giovambattista Vico scritta da se medesimo
di Giambattista Vico
pagine 92

   





Vico Napoli Gregorio Calopreso Vico Renato Epicuro Renato Epicuro Passioni Malebranche Pensieri Pascale Arnaldo Aristotile Renato Renato Epicuro Vico Lucrezio Regio