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      Il qual tempo si determina nell'opera aver durato tra' greci infino a quello d'Erodoto, detto padre della greca storia, i cui libri sono ripieni la più parte di favole e lo stile ritiene moltissimo dell'omerico; nella qual possessione si sono mantenuti tutti gli storici che sono venuti appresso, i quali usano una frase mezza tra la poetica e la volgare. Ma Tucidide, primo severo e grave storico della Grecia, sul principio de' suoi racconti professa che, fin al tempo di suo padre (ch'era quello di Erodoto, il qual era vecchio quando esso era fanciullo), i greci, nonché delle straniere (le quali, a riserba delle romane, noi abbiamo tutte da' greci), eglino non seppero nulla affatto dell'antichità loro propie: che sono le dense tenebre, le quali la dipintura spiega nel fondo, dalle quali, al lume del raggio della provvedenza divina dalla metafisica risparso in Omero, escono alla luce tutti i geroglifici, che significano i princìpi conosciuti solamente finor per gli effetti di questo mondo di nazioni.
      Tra questi la maggior comparsa vi fa un altare, perché 'l mondo civile cominciò appo tutti i popoli con le religioni, come dianzi si è divisato alquanto, e più se ne diviserà quindi a poco.
      Sull'altare, a man destra, il primo a comparire è un lituo, o sia verga, con la quale gli àuguri prendevan gli augùri ed osservavan gli auspìci; il quale vuol dar ad intendere la divinazione, dalla qual appo i gentili tutti incominciarono le prime divine cose. Perché, per l'attributo della di lui provvedenza, così vera appo gli ebrei - i quali credevano Dio esser una Mente infinita e, 'n conseguenza, che vede tutti i tempi in un punto d'eternità; onde Iddio (o esso, o per gli angioli che sono menti, o per gli profeti de' quali parlava Iddio alle menti) egli avvisava le cose avvenire al suo popolo, - come immaginata appresso i gentili - i quali fantasticarono i corpi esser dèi, che perciò con segni sensibili avvisassero le cose avvenire alle genti, - fu universalmente da tutto il gener umano dato alla natura di Dio il nome di «divinità» da un'idea medesima, la quale i latini dissero «divinari» «avvisar l'avvenire»; ma con questa fondamentale diversità che si è detta, dalla quale dipendono tutte l'altre (che da questa Scienza si dimostrano) essenziali differenze tra 'l diritto natural degli ebrei e 'l diritto natural delle genti, che i romani giureconsulti diffinirono essere stato con essi umani costumi dalla divina provvedenza ordinato.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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