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      XIII
      [Etą dell'oro, ovvero etą degli dči di Grecia ]
     
      Una delle cui particolaritą la storia favolosa ci narra: che gli dči praticavano in terra con gli uomini. E, per dar certezza a' princģpi della cronologia, meditiamo in quest'opera una teogonia naturale, o sia generazione degli dči, fatta naturalmente nelle fantasie de' greci a certe occasioni di umane necessitą o utilitą, ch'avvertirono essere state loro soccorse o somministrate ne' tempi del primo mondo fanciullo, sorpreso da spaventosissime religioni: che tutto ciņ che gli uomini o vedevano o immaginavano o anco essi stessi facevano, apprendevano essere divinitą. E, de' famosi dodici dči delle genti che furon dette «maggiori», o sieno dči consagrati dagli uomini nel tempo delle famiglie, faccendo dodici minute epoche, con una cronologia ragionata della storia poetica si determina all'etą degli dči la durata di novecento anni; onde si danno i princģpi alla storia universale profana.
     
      XIV
      [Elleno, figliuolo di Deucalione, nipote di Prometeo, pronipote di Giapeto, per tre suoi figliuoli sparge nella Grecia tre dialetti. - Anni del mondo 2082 ]
     
      Da quest'Elleno i greci natii si disser «elleni»; ma i greci d'Italia si dissero «graii»; e la loro terra Graikķa, onde «gręci» vennero detti a' latini. Tanto i greci d'Italia seppero il nome della nazion greca principe, che fu quella oltramare, ond'essi erano venuti colonie in Italia! Perché tal voce Graikķa non si truova appresso greco scrittore, come osserva Giovanni Palmerio nella Descrizion della Grecia.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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