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      XXIX
     
      Omero, in cinque luoghi di tutti e due i suoi poemi che si rapporteranno dentro, mentova una lingua più antica della sua, che certamente fu lingua eroica, e la chiama «lingua degli dèi».
     
      XXX
     
      Varrone ebbe la diligenza di raccogliere trentamila nomi di dèi (ché tanti pure ne noverano i greci), i quali nomi si rapportavano ad altrettante bisogne della vita o naturale o morale o iconomica o finalmente civile de' primi tempi.
      Queste tre degnità stabiliscono che 'l mondo de' popoli dappertutto cominciò dalle religioni: che sarà il primo degli tre princìpi di questa Scienza.
     
      XXXI
     
      Ove i popoli son infieriti con le armi, talché non vi abbiano più luogo l'umane leggi, l'unico potente mezzo di ridurgli è la religione.
      Questa degnità stabilisce che nello stato eslege la provvedenza divina diede principio a' fieri e violenti di condursi all'umanità ed ordinarvi le nazioni, con risvegliar in essi un'idea confusa della divinità, ch'essi per la lor ignoranza attribuirono a cui ella non conveniva; e così, con lo spavento di tal immaginata divinità, si cominciarono a rimettere in qualche ordine.
      Tal principio di cose, tra i suoi «fieri e violenti», non seppe vedere Tommaso Obbes, perché ne andò a truovar i princìpi errando col «caso» del suo Epicuro; onde, con quanto magnanimo sforzo, con altrettanto infelice evento, credette d'accrescere la greca filosofia di questa gran parte, della quale certamente aveva mancato (come riferisce Giorgio Paschio, De eruditis huius sæculi inventis), di considerar l'uomo in tutta la società del gener umano.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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