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      Gli stessi latini filologi osservano che tutti gli antichi popoli furon detti «aborigini», e la sagra storia ci narra esserne stati intieri popoli, che si dissero emmei e zanzummei, ch'i dotti della lingua santa spiegano «giganti», uno de' quali fu Nebrot; e i giganti innanzi il diluvio la stessa storia sagra gli diffinisce «uomini forti, famosi, potenti del secolo». Perché gli ebrei, con la pulita educazione e col timore di Dio e de' padri, durarono nella giusta statura, nella qual Iddio aveva criato Adamo, e Noè aveva procriato i suoi tre figliuoli; onde, forse in abbominazione di ciò, gli ebrei ebbero tante leggi cerimoniali, che s'appartenevano alla pulizia de' lor corpi. E ne serbarono un gran vestigio i romani nel pubblico sagrifizio con cui credevano purgare la città da tutte le colpe de' cittadini, il quale facevano con l'acqua e 'l fuoco; con le quali due cose essi celebravano altresì le nozze solenni, e nella comunanza delle stesse due cose riponevano di più la cittadinanza, la cui privazione perciò dissero «interdictum aqua et igni»; e tal sagrifizio chiamavano «lustrum», che, perché dentro tanto tempo si ritornava a fare, significò lo spazio di cinque anni, come l'olimpiade a' greci significò quel di quattro; e «lustrum» appo i medesimi significò «covile di fiere», ond'è «lustrari», che significa egualmente e «spiare» e «purgare», che dovette significar dapprima spiare sì fatti lustri e purgargli dalle fiere ivi dentro intanate; e «aqua lustralis» restò detta quella ch'abbisognava ne' sagrifizi.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
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