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      Per gli effetti, si dimostra dagli accorciamenti delle voci, i quali s'osservano innumerabili nella poesia italiana (e nell'Origini della lingua latina n'abbiamo dimostro un gran numero, che dovettero nascere accorciate e poi essersi col tempo distese); ed al contrario da' ridondamenti, perocché gli scilinguati da alcuna sillaba, alla quale sono più disposti di profferire cantando, prendon essi compenso di profferir quelle che loro riescono di difficil prononzia (come pure nelle Degnità sta proposto); onde appo noi nella mia età fu un eccellente musico di tenore con tal vizio di lingua: ch'ove non poteva profferir le parole, dava in un soavissimo canto e così le prononziava. Così certamente gli arabi cominciano quasi tutte le voci da «al»; ed affermano gli unni fussero stati così detti che le cominciassero tutte da «un». Finalmente si dimostra che le lingue incominciaron dal canto per ciò che testé abbiam detto: ch'innanzi di Gorgia e di Cicerone i greci e i latini prosatori usarono certi numeri quasi poetici, come a' tempi barbari ritornati fecero i Padri della Chiesa latina (truoverassi il medesimo della greca), talché le loro prose sembrano cantilene.
      Il primo verso (come abbiamo poco fa dimostrato di fatto che nacque) dovette nascere convenevole alla lingua ed all'età degli eroi, qual fu il verso eroico, il più grande di tutti gli altri e propio dell'eroica poesia; e nacque da passioni violentissime di spavento e di giubilo, come la poesia eroica non tratta che passioni perturbatissime.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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