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      E generalmente, perocché cotal lingua troppo intiere conserva le sue origini eroiche, questa è la cagione, di cui ignaro, Adamo Rochembergio afferma che le voci composte de' greci si possono felicemente rendere in lingua tedesca, spezialmente in poesia; e 'l Berneggero ne scrisse un catalogo, e poi si studiò d'arricchire Giorgio Cristoforo Peischero in Indice de græcæ et germanicæ linguæ analogia. Nella qual parte, di comporre le intiere voci tra loro, la lingua latina antica ne lasciò pur ben molte, delle quali, come di lor ragione, seguitarono a servirsi i poeti: perché dovett'essere propietà comune di tutte le prime lingue, le quali, come si è dimostrato, prima si fornirono di nomi, dappoi di verbi, e sì, per inopia di verbi, avesser unito essi nomi. Che devon esser i princìpi di ciò che scrisse il Morhofio in Disquisitionibus de germanica lingua et poesi. E questa sia una pruova dell'avviso che diemmo nelle Degnità: che, se i dotti della lingua tedesca attendano a truovarne l'origini per questi princìpi, vi faranno delle discoverte maravigliose.
      Per le quali cose tutte qui ragionate sembra ad evidenza essersi confutato quel comun error de' gramatici, i quali dicono la favella della prosa esser nata prima, e dopo quella del verso; e dentro l'origini della poesia, quali qui si sono scoverte, si son truovate l'origini delle lingue e l'origini delle lettere.
     
      6.
     
      GLI ALTRI COROLLARI LI QUALI SI SONO DA PRINCIPIO PROPOSTI.
     
      I
     
      Con tal primo nascere de' caratteri e delle lingue nacque il gius, detto «ious» da' latini, e dagli antichi greci diaión - che noi sopra spiegammo «celeste», detto da Diós; onde a' latini vennero «sub dio» egualmente e «sub Iove» per dir «a ciel aperto» - e, come dice Platone nel Cratilo, che poi per leggiadria di favella fu detto díkaion.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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