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      La cima de' quali troppo a nostro proposito si truova appresso Pausania dirsi ætós, che vuol dir «aquila»; perché si sboscavano le selve per aver il prospetto di contemplare donde venivano gli auspìci dell'aquile, che volan alto più di tutti gli uccelli. E forse quindi le cime ne furon dette «pinnæ templorum», donde poi dovettero dirsi «pinnæ murorum», perché sui confini di tali primi templi del mondo dopo s'alzarono le mura delle prime città, come appresso vedremo. E finalmente in architettura restaron dette «aquilæ» i «merli» ch'or diciamo degli edifici.
      Ma gli ebrei adoravano il vero Altissimo, ch'è sopra il cielo, nel chiuso del tabernacolo; e Mosè, per dovunque stendeva il popolo di Dio le conquiste, ordinava che fussero bruciati i boschi sagri che dice Tacito, dentro i quali si chiudessero i «luci».
      Onde si raccoglie che dappertutto le prime leggi furono le divine di Giove. Dalla qual antichità dev'essere provenuto nelle lingue di molte nazioni cristiane di prender «il cielo» per «Dio»: come noi italiani diciamo «voglia il cielo», «spero al cielo», nelle quali espressioni intendiamo «Dio»; lo stesso è usato dagli spagnuoli; e i francesi dicono «bleu» per l'«azzurro», e perché la voce «azzurro» è di cosa sensibile, dovetter intendere «bleu» per «lo cielo»; e quindi, come le nazioni gentili avevano inteso «il cielo» per «Giove», dovettero i francesi per «lo cielo» intendere «Dio» in quell'empia loro bestemmia «moure bleu!»per «muoia Iddio!», e tuttavia dicono «par bleu!» «per Dio!


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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