Pagina (226/534)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Di sģ fatti auspģci de' fulmini osservati di Giove, la storia favolosa greca narra Ercole (carattere di fondatori di nazioni, come sopra vedemmo e pił appresso ne osserveremo), nato da Alcmena ad un tuono di Giove; altro grande eroe di Grecia Bacco, nato da Semele fulminata. Perché questo fu il primo motivo onde gli eroi si dissero esser figliuoli di Giove; lo che con veritą di sensi dicevano, sull'oppenione, della quale vivevano persuasi, che facessero ogni cosa gli dči, come sopra si č ragionato. E questo č quello che nella storia romana si legge: che, nelle contese eroiche, a' patrizi, i quali dicevano «auspicia esse sua», la plebe rispondeva che i padri de' quali Romolo aveva composto il senato, da' quali essi patrizi traevan l'origine, «non esse coelo demissos»; che se non significa che quelli non eran eroi cotal risposta non s'intende come possavi convenire. Quindi, per significare che i connubi o sia la ragione di contrarre nozze solenni, delle quali la maggior solennitą erano gli auspģci di Giove, ella era propia degli eroi, fecero Amor nobile alato e con benda agli occhi, per significarne la pudicizia (il quale si disse Ełros, col nome simile di essi eroi), ed alato Imeneo, figliuolo di Urania, detta, da uranós, «coelum», «contemplatrice del cielo», affine di prender da quello gli auspģci; che dovette nascere la prima dell'altre muse, diffinita da Omero, come sopra osservammo, «scienza del bene e del male», ed anch'essa, come l'altre, descritta alata perché propia degli eroi, come si č sopra spiegato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





Giove Ercole Alcmena Giove Grecia Bacco Semele Giove Romolo Giove Amor Ełros Imeneo Urania Omero