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      E, in conchiusione, le virtù di tal prima età furono come quelle che tanto sopra, nell'Annotazioni alla Tavola cronologica, udimmo lodar degli sciti, i quali ficcavano un coltello in terra e l'adoravan per dio (con che poi giustificavano gli ammazzamenti): cioè virtù per sensi, mescolate di religione ed immanità; i quali costumi come tra loro si comportino si può tuttavia osservar nelle streghe, come nelle Degnità si è avvisato.
      Da tal prima morale della superstiziosa e fiera gentilità venne quel costume di consagrare vittime umane agli dèi, come si ha dagli più antichi fenici, appo i quali, quando loro sovrastava alcuna grande calamità, come di guerra, fame, peste, gli re consagravano i loro propi figliuoli per placare l'ira celeste, come narra Filone biblio; e tal sagrifizio facevano di fanciulli ordinariamente a Saturno, al riferire di Quinto Curzio. Che, come racconta Giustino, fu conservato poi da' cartaginesi, gente senza dubbio colà pervenuta dalla Fenicia (come qui dentro si osserva), e fu da essi praticato infin agli ultimi loro tempi, come il conferma Ennio in quel verso:
     
      Et poinei solitei sos sacruficare puellos,
     
      i quali dopo la rotta ricevuta da Agatocle sagrificarono dugento nobili fanciulli a' loro dèi per placarli. E co' fenici e cartaginesi in tal costume empiamente pio convennero i greci col voto e sagrifizio che fece Agamennone della sua figliuola Ifigenia. Lo che non dee recar maraviglia a chiunque rifletta sulla ciclopica paterna potestà de' primi padri del gentilesimo, la quale fu praticata dagli più dotti delle nazioni, quali furon i greci, e dagli più saggi, quali sono stati i romani, i quali entrambi, fin dentro i tempi della loro più colta umanità, ebbero l'arbitrio d'uccidere i loro figliuoli bambini di fresco nati.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
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