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      Come in altre parti di Grecia fu Ercole ch'uccise le serpi, il lione, l'idra, il dragone; in altra Bellerofonte ch'ammazzò la Chimera: così in altra fu Bacco ch'addimestica tigri, che dovetter esser le terre vestite così di vari colori come le tigri han la pelle, e passonne poi il nome di «tigri» agli animali di tal fortissima spezie. Perché aver Bacco dome le tigri col vino è un'istoria fisica, che nulla apparteneva a sapersi dagli eroi contadini ch'avevano da fondare le nazioni: oltreché nommai Bacco ci fu narrato andar in Affrica o in Ircania a domarle in que' tempi, ne' quali, come dimostreremo nella Geografia poetica, non potevano saper i greci se nel mondo fusse l'Ircania e molto meno l'Affrica, nonché tigri nelle selve d'Ircania o ne' deserti dell'Affrica.
      Di più le spighe del frumento dissero «poma d'oro», che dovett'essere il primo oro del mondo, nel tempo che l'oro metallo era in zolle, né se ne sapeva ancor l'arte di ridurlo purgato in massa, nonché di dargli lustro e splendore; né, quando si beveva l'acqua dalle fontane, se ne poteva punto pregiare l'uso: il quale poi, dalla somiglianza del colore e sommo pregio di cotal cibo in que' tempi, per trasporto fu detto «oro»; onde dovette Plauto dire «thesaurum auri», per distinguerlo dal «granaio». Perché certamente Giobbe, tralle grandezze dalle quali egli era caduto, novera quella: ch'esso mangiava pan di frumento, siccome ne' contadi delle nostre più rimote provincie si ha, a luogo di quello che sono nelle città le pozioni gemmate, gli ammalati cibarsi di pan di grano, e si dice «l'infermo si ciba di pan di grano» per significare lui essere nell'ultimo di sua vita.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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