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      Di che più ragioneremo in appresso.
      Quindi devon altresì incominciare le prime colonie eroiche che noi diciamo «mediterranee», a differenza di altre, le quali vennero appresso, che furon le marittime, le quali vedremo essere state drappelli di rifuggiti da mare, che si salvarono in altre terre (che nelle Degnità si son accennate): perché il nome, propiamente, altro non suona che «moltitudine di giornalieri, che coltivano i campi (come tuttavia fanno) per lo vitto diurno». Delle quali due spezie di colonie son istorie quelle due favole: cioè, delle mediterranee, è 'l famoso Ercole gallico, il quale con catene d'oro poetico (cioè del frumento), che gli escono di bocca, incatena per gli orecchi moltitudine d'uomini e gli si mena, dove vuol, dietro; il quale è stato finora preso per simbolo dell'eloquenza, la qual favola nacque ne' tempi che non sapevano ancora gli eroi articolar la favella, come si è appieno sopra dimostro. Delle colonie marittime è la favola della rete, con la quale Vulcano eroico strascina da mare Venere e Marte plebei (la qual distinzione sarà qui appresso generalmente spiegata), e 'l Sole gli scuopre tutti nudi (cioè non vestiti della luce civile, della quale rifulgevan gli eroi, come si è testé detto), e gli dèi (cioè i nobili dell'eroiche città, quali si sono sopra spiegati) ne fanno scherno (come fecero i patrizi della povera plebe romana antica).
      E finalmente quindi ebbero gli asili la loro primiera origine: onde Cadmo con l'asilo fonda Tebe, antichissima città della Grecia; - Teseo fonda Atene sull'altare degl'infelici, detti con giusta idea «infelici» gli empi vagabondi, ch'erano privi di tutti i divini ed umani beni ch'aveva produtto a' pii l'umana società; - Romolo fonda Roma con l'asilo aperto nel luco; se non, più tosto, come fondatore di città nuova, esso co' suoi compagni la fonda sulla pianta degli asili, ond'erano surte l'antiche città del Lazio, che generalmente Livio in tal proposito diffinisce «vetus urbes condentium consilium», e perciò male gli attacca, come abbiam veduto sopra, quel detto: ch'esso e i suoi compagni erano figliuoli di quella terra.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
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