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      Tutto lo che qui detto ad evidenza vien confermato dalla legge Papia Poppea d'intorno a' caduci, la quale puniva i celibi con la giusta pena: ch'i cittadini i quali avevano trascurato di propagare co' matrimoni il loro nome romano, se avessero fatto testamenti, questi si rendessero inefficaci, ed altronde si stimassero non avere congionti che loro succedessero ab intestato, e sì, né per l'una né per l'altra via, avessero eredi, i quali conservassero i nomi loro; e i patrimoni ricadessero al fisco, con qualità non di retaggi ma di peculi, e, per dirla con Tacito, andassero al popolo, «tanquam omnium parentem». Ove il profondo scrittore richiama la ragione delle pene caducarie fino dagli antichissimi tempi ch'i primi padri del gener umano occuparono le prime terre vacue, la qual occupazione è 'l fonte originario di tutti i domìni del mondo; i quali padri poi, unendosi in città, delle loro potestà paterne fecero la potestà civile, e de' loro privati patrimoni fecero il patrimonio pubblico, il quale s'appella «erario»; e che i patrimoni de' cittadini vadano di privato in privato con qualità di retaggi, ma, ricadendo al fisco, riprendano l'antichissima prima qualità di peculi.
      Qui, nella generazione delle loro repubbliche eroiche, fantasticarono i poeti eroi l'undecima divinità maggiore, che fu Mercurio. Il quale porta a' famoli ammutinati la legge nella verga divina (parola reale degli auspìci), ch'è la verga con cui Mercurio richiama l'anime dall'Orco, come narra Virgilio (richiama a vita socievole i clienti, che, usciti dalla protezione degli eroi, erano tornati a disperdersi nello stato eslege, ch'è l'Orco de' poeti, il quale divoravasi il tutto degli uomini, come appresso si spiegherà). Tal verga ci vien descritta con una o due serpi avvoltevi (che dovetter esser spoglie di serpi, significanti il dominio bonitario che si rillasciava lor dagli eroi, e 'l dominio quiritario che questi si riserbavano), con due ali in capo alla verga (per significar il dominio eminente degli ordini) e con un cappello pur alato (per raffermarne l'alta ragione sovrana libera, come il cappello restò geroglifico di libertà); oltre di ciò, con l'ali a' talloni (in significazione che 'l dominio de' fondi era de' senati regnanti), e tutto il rimanente si porta nudo (perché portava loro un dominio nudo di civile solennità, e che tutto consisteva nel pudor degli eroi, appunto quali nude vedemmo sopra essere state finte Venere con le Grazie). Talché dall'uccello d'Idantura, col quale voleva dir a Dario ch'esso era sovrano signor della Scizia per gli auspìci che v'aveva, i greci ne spiccarono l'ali, per significare ragioni eroiche; e finalmente, con lingua articolata, i romani in astratto dissero «auspicia esse sua», per gli quali volevano dimostrar alla plebe ch'erano propie loro tutte le civili eroiche ragioni e diritti.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
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