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      Di che vi ha un luogo d'oro appresso Tucidide: che, fin al suo tempo, ove s'incontrassero viandanti per terra o passaggieri per mare, si domandava scambievolmente tra loro se fusser essi ladroni, in significazion di «stranieri». Ma, troppo avacciandosi la Grecia all'umanità, prestamente si spogliò di tal costume barbaro, e chiamarono «barbare» tutte l'altre nazioni che 'l conservavano; nel qual significato restò ad essi detta barbaría la Troglodizia, che doveva uccidere tal sorta d'ospiti ch'entravano ne' suoi confini, siccome ancor oggi vi sono nazioni barbare che 'l costumano. Certamente le nazioni umane non ammettono stranieri senza che n'abbiano da esse riportato licenza.
      Tra queste per tal costume da' greci dette «barbare nazioni», una fu la romana per due luoghi d'oro della legge delle XII Tavole. Uno: «Adversus hostem æterna auctoritas esto»; l'altro è rapportato da Cicerone: «Si status dies sit, cum hoste venito». E qui prendono la voce «hostis», indovinando con termini generali, come per metafora così detto l'«avversario che litiga»; ma sullo stesso luogo Cicerone riflette, troppo al nostro proposito, che «hostis», appresso gli antichi si disse quello che fu detto poi «peregrinus». I quali due luoghi, composti insieme, danno ad intendere ch'i romani da principio tennero gli stranieri per eterni nimici di guerra.
      Ma i detti due luoghi si deon intendere di quelli che furono i primi «hostes» del mondo, che, come sopra si è detto, furono gli stranieri ricevuti agli asili, i quali poi vennero in qualità di plebei nel formarsi dell'eroiche città, come si sono dimostrati più sopra.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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