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      Vulcano (che pur dee essere qui plebeo) si vuol frapporre in una contesa tra Giove e Giunone, e con un calcio da Giove è precipitato dal cielo e restonne zoppo. Questa dev'esser una contesa ch'avesser fatto i plebei per riportarne dagli eroi comunicati gli auspìci di Giove e i connubi di Giunone, nella qual vinti, ne restaron zoppi, in senso d'«umiliati».
      Così Fetonte, della famiglia d'Apollo, e quindi creduto figliuol del Sole, vuol reggere il carro d'oro del padre (il carro dell'oro poetico, del frumento), e divertisce oltre le solite vie (che menavano al granaio del padre di sua famiglia: fa la pretensione del dominio de' campi), ed è precipitato dal cielo.
      Ma sopra tutte cade dal cielo il pomo della Discordia (cioè il pomo ch'abbiamo sopra dimostro significare il dominio de' terreni, perché la prima discordia nacque per la cagione de' campi che volevano per sé coltivar i plebei), e Venere (che dev'essere qui plebea) contende con Giunone de' connubi e con Minerva degl'imperi. Perché, d'intorno al giudizio di Paride, per buona fortuna, Plutarco nel suo Omero avvertisce che que' due versi verso il fin dell'Iliade, che ne fan motto, non son d'Omero, ma di mano che venne appresso.
      Atalanta, col gittare le poma d'oro, vince i proci nel corso, appunto com'Ercole lutta con Anteo e, innalzandolo in cielo, il vince, come si è sopra spiegato. Atalanta rillascia a' plebei prima il dominio bonitario, dappoi il quiritario de' campi, e si riserba i connubi: appunto come i patrizi romani, con la prima agraria di Servio Tullio e con la seconda della legge delle XII Tavole, serbaron ancor i connubi dentro il lor ordine, in quel capo: «Connubia incommunicata plebi sunto», ch'era primaria conseguenza di quell'altro: «Auspicia incommunicata plebi sunto»; onde, di là a tre anni, la plebe ne incominciò a far la pretensione e, dopo tre anni di contesa eroica, gli riportò.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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