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      Con la voce «tangere» dissero anco il rubare, perché, col toccare, da' corpi che si toccano si porta via qualche cosa, ch'or appena s'intende da' fisici più avveduti. Dissero «olfacere» l'odorare, quasi, odorando, facessero essi gli odori; lo che poi, con gravi osservazioni, truovaron vero i naturali filosofi, che i sensi facciano le qualità che sono dette «sensibili». E finalmente dissero «sapere» il gustare, e «sapere», propiamente, è delle cose che dan sapore, perché assaggiassero nelle cose il sapor propio delle cose; onde poi con bella metafora fu detta «sapienza», che fa usi, delle cose, i quali hanno in natura, non già quelli che ne finge l'oppenione.
      Nello che è da ammirare la provvedenza divina: ch'avendoci dato ella i sensi per la custodia de' nostri corpi - i quali i bruti hanno maravigliosamente più fini degli uomini, - in tempo ch'erano gli uomini caduti in uno stato di bruti, da tal loro natura istessa avessero sensi scortissimi per conservarsi; i quali, venendo l'età della riflessione, con cui potessero consigliarsi per guardar i lor corpi, s'infievolirono. Per tutto ciò le descrizioni eroiche, quali sono quelle d'Omero, diffondono tanto lume e splendor d'evidenza, che non si è potuto imitare, nonché uguagliare, da tutti i poeti appresso.
     
      5.
     
      COROLLARIO: DE' COSTUMI EROICI.
     
      Da tali eroiche nature, fornite di tali sensi eroici, si formarono e fermarono somiglianti costumi. Gli eroi, per la fresca origine gigantesca, erano in sommo grado goffi e fieri, quali ci sono stati detti los patacones, di cortissimo intendimento, di vastissime fantasie, di violentissime passioni.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





Omero