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      Le quali oppenioni si convincono manifestamente di falso col solo domandare: - Perché non l'insegnarono le loro propie? - La qual difficultà abbiam noi sopra fatto di Cadmo, che dalla Fenicia aveva portato a' greci le lettere, e questi poi usarono forme di lettere cotanto diverse dalle fenicie.
      Dicemmo sopra tali lingue e tali lettere esser in signoria del volgo de' popoli, onde sono dette e l'une e l'altre «volgari». Per cotal signoria e di lingue e di lettere debbon i popoli liberi esser signori delle lor leggi, perché danno alle leggi que' sensi ne' quali vi traggono ad osservarle i potenti, che, come nelle Degnità fu avvisato, non le vorrebbono. Tal signoria è naturalmente niegato a' monarchi di toglier a' popoli; ma, per questa stessa loro niegata natura di umane cose civili, tal signoria, inseparabile da' popoli, fa in gran parte la potenza d'essi monarchi, perch'essi possano comandare le loro leggi reali, alle quali debbano star i potenti, secondo i sensi ch'a quelle danno i lor popoli. Per tal signoria di volgari lettere e lingue è necessario, per ordine di civil natura, che le repubbliche libere popolari abbiano preceduto alle monarchie.
     
      VII
     
      TRE SPEZIE DI GIURISPRUDENZE.
     
      Tre spezie di giurisprudenze, ovvero sapienze.
      La prima fu una sapienza divina, detta, come sopra vedemmo, «teologia mistica», che vuol dire «scienza di divini parlari» o d'intendere i divini misteri della divinazione, e sì fu scienza in divinità d'auspìci e sapienza volgare, della quale furono sappienti i poeti teologi, che furono i primi sappienti del gentilesimo; e da tal mistica teologia essi se ne dissero «mystæ», i quali Orazio, con iscienza, volta «interpetri degli dèi». Talché di questa prima giurisprudenza fu il primo e propio «interpretari», detto quasi «interpatrari», cioè «entrare in essi padri», quali furono dapprima detti gli dèi, come si è sopra osservato: che Dante direbbe «indiarsi» cioè entrare nella mente di Dio.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
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