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      - essi, per renderne una qualche ragione, danno in quella grave offesa alla romana generosità, con cui dicono ch'i rigori, le solennità, gli scrupoli, le sottigliezze delle parole e finalmente il segreto delle medesime leggi furon imposture de' nobili, per aver essi le leggi in mano, che fanno una gran parte della potenza nelle città.
      Ma tanto sì fatte pratiche furono da ogn'impostura lontane, che furono costumi usciti dalle lor istesse nature, le quali, con tali costumi, produssero tali Stati, che naturalmente dettavano tali e non altre pratiche. Perché, nel tempo della somma fierezza del loro primo gener umano, essendo la religione l'unico potente mezzo d'addimesticarla, la provvedenza, come si è veduto sopra, dispose che vivessero gli uomini sotto governi divini e dappertutto regnassero leggi sagre, ch'è tanto dire quanto arcane e segrete al volgo de' popoli; le quali, nello stato delle famiglie, tanto lo erano state naturalmente, che si custodivano con lingue mutole, le quali si spiegavano con consagrate solennità (che poi restarono negli atti legittimi), le quali tanto da quelle menti balorde erano credute abbisognare per accertarsi uno della volontà efficace dell'altro d'intorno a comunicare l'utilità, quanto ora, in questa naturale intelligenza delle nostre, basta accertarsene con semplici parole ed anche con nudi cenni. Dipoi succedettero i governi umani di Stati civili aristocratici, e, per natura perseverando a celebrarsi i costumi religiosi, con essa religione seguitarono a custodirsi le leggi arcane o segrete (il qual arcano è l'anima con cui vivono le repubbliche aristocratiche), e con tal religione si osservarono severamente le leggi; ch'è 'l rigore della civil equità, la quale principalmente conserva l'aristocrazie.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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