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      4.
     
      TERZA SPEZIE: GIUDIZI UMANI.
     
      I terzi giudizi sono tutti straordinari, ne' quali signoreggia la verità d'essi fatti, a' quali, secondo i dettami della coscienza, soccorrono ad ogni uopo benignamente le leggi in tutto ciò che domanda essa uguale utilità delle cause; tutti aspersi di pudor naturale (ch'è parto dell'intelligenza), e garantiti perciò dalla buona fede (ch'è figliuola dell'umanità), convenevole all'apertezza delle repubbliche popolari e molto più alla generosità delle monarchie, ov'i monarchi, in questi giudizi, fan pompa d'esser superiori alle leggi e solamente soggetti alla loro coscienza e a Dio. E da questi giudizi, praticati negli ultimi tempi in pace, sono usciti, in guerra, gli tre sistemi di Grozio, di Seldeno, di Pufendorfio. Ne' quali avendo osservato molti errori e difetti, il padre Niccolò Concina ne ha meditato uno più conforme alla buona filosofia e più utile all'umana società, che, con gloria dell'Italia, tuttavia insegna nell'inclita università di Padova, in séguito della metafisica, che primario lettor vi professa.
     
      XI
     
      TRE SÈTTE DI TEMPI.
     
     
      Tutte l'anzidette cose si sono praticate per tre sètte de' tempi.
      Delle quali la prima fu de' tempi religiosi, che si celebrò sotto i governi divini.
      La seconda de' puntigliosi, come di Achille; ch'a' tempi barbari ritornati fu quella de' duellisti.
      La terza, de' tempi civili ovvero modesti, ne' tempi del diritto naturale delle genti, che, nel diffinirlo, Ulpiano lo specifica con l'aggiunto d'«umane», dicendo «ius naturale gentium humanarum»; onde, appo gli scrittori latini sotto gl'imperadori, il dovere de' sudditi si dice «officium civile», e ogni peccato, che si prende nell'interpetrazion delle leggi contro l'equità naturale, si dice «incivile». Ed è l'ultima setta de' tempi della giurisprudenza romana, cominciando dal tempo della libertà popolare.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
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