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      Onde prima i pretori, per accomodare le leggi alla natura, costumi, governo romano, di già cangiati, dovetter addolcire la severità ed ammollire la rigidezza della legge delle XII Tavole, comandata, quand'era naturale, ne' tempi eroici di Roma; e dipoi gl'imperadori dovettero snudare di tutti i veli, di che l'avevano coverta i pretori, e far comparire tutta aperta e generosa, qual si conviene alla gentilezza alla quale le nazioni s'erano accostumate, l'equità naturale.
      Per ciò i giureconsulti con la «setta de' loro tempi» (come si posson osservare) giustificano ciò ch'essi ragionano d'intorno al giusto: perché queste sono le sètte propie della giurisprudenza romana, nelle quali convennero i romani con tutte le altre nazioni del mondo, insegnate loro dalla provvedenza divina, ch'i romani giureconsulti stabiliscono per principio del diritto natural delle genti; non già le sètte de' filosofi, che vi hanno a forza intruso alcuni interpetri eruditi della romana ragione, come si è sopra detto nelle Degnità. Ed essi imperadori, ove vogliono render ragione delle loro leggi o di altri ordinamenti dati da essoloro, dicono essere stati a ciò far indutti dalla «setta de' loro tempi», come ne raccoglie i luoghi Barnaba Brissonio, De formulis romanorum: perocché la scuola de' prìncipi sono i costumi del secolo, siccome Tacito appella la setta guasta de' tempi suoi, ove dice «corrumpere et corrumpi seculum vocatur», ch'or direbbesi «moda».
     
      XII
     
      ALTRE PRUOVE TRATTE DALLE PROPIETÀ DELL'ARISTOCRAZIE EROICHE.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





XII Tavole Roma Degnità Barnaba Brissonio Tacito