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      Alla qual fatta di Tanaquille, per la stessa maniera di parlar eroico, ricorsa ne' tempi barbari ritornati, Giovanni papa fu detto femmina (contro la qual favola Lione Allacci scrisse un intiero libro), perché mostrò la gran debolezza di ceder a Fozio, patriarca di Costantinopoli, come ben avvisa il Baronio e, dopo di lui, lo Spondano.
      Sciolta adunque sì fatta difficultà, diciamo ch'alla stessa maniera che prima si era detto «ius quiritium romanorum», nel significato di «ius naturale gentium heroicarum romanarum», non altrimente sotto gl'imperadori, quando Ulpiano il diffinisce, con peso di parole dice «ius naturale gentium humanarum», che corre nelle repubbliche libere e molto più sotto le monarchie. E per tutto ciò il titolo dell'Instituta sembra doversi leggere: De iure naturali gentium civili, non solo, con Ermanno Vulteo, togliendo la virgola tralle voci «naturali» «gentium» (supplita, con Ulpiano, la seconda «humanarum»), ma anco la particella «et» innanzi alla voce «civili». Perché i romani dovetter attendere al diritto loro propio, come, dall'età di Saturno introdutto, l'avevano conservato prima coi costumi e poi con le leggi, siccome Varrone, nella grand'opera Rerum divinarum et humanarum, trattò le cose romane per origini tutte quante natie, nulla mescolandovi di straniere.
      Ora, ritornando alle successioni eroiche romane, abbiamo assai molti e troppo forti motivi di dubitare se, ne' tempi romani antichi, di tutte le donne succedessero le figliuole; perché non abbiamo nessuno motivo di credere ch'i padri eroi n'avessero sentito punto di tenerezza, anzi n'abbiamo ben molti e grandi tutti contrari.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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