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      Per l'umanità de' tempi (ché le repubbliche popolari amano i figliuoli, e le monarchie vogliono i padri occupati nell'amor de' figliuoli), essendo già caduto il diritto ciclopico ch'avevano i padri delle famiglie sopra le persone, perché cadesse anco quello sopra gli acquisti de' lor figliuoli, gl'imperadori introdussero prima il peculio castrense per invitar i figliuoli alla guerra, poi lo stesero al quasi castrense per invitargli alla milizia palatina, e finalmente, per tener contenti i figliuoli che né eran soldati né letterati, introdussero il peculio avventizio. Tolsero l'effetto della patria potestà all'adozioni, le quali non si contengono ristrette dentro pochi congionti; appruovarono universalmente le arrogazioni, difficili alquanto ch'i cittadini, di padri di famiglia, divengano soggetti nelle famiglie d'altrui; riputarono l'emancipazioni per benefizi; diedero alle legittimazioni che dicono «per subsequens matrimonium» tutto il vigore delle nozze solenni. Ma sopra tutto, perché sembrava scemare la loro maestà quell'«imperium paternum», il disposero a chiamarsi «patria potestà»; sul lor esemplo, introdutto con grand'avvedimento da Augusto, che, per non ingelosire il popolo che volessegli togliere punto dell'imperio, si prese il titolo di «potestà tribunizia», o sia di protettore della romana libertà, che ne' tribuni della plebe era stata una potestà di fatto, perch'essi non ebbero giammai imperio nella repubblica: come ne' tempi del medesimo Augusto, avendo un tribuno della plebe ordinato a Labeone che comparisse avanti di lui, questo principe d'una delle due sètte de' romani giureconsulti ragionevolmente ricusò d'ubbidire, perché i tribuni della plebe non avessero imperio.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
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Augusto Augusto Labeone